FINAL CUT IN VENICE /Un po’ d’Italia nella selezione

C’è anche un pezzettino d’Italia nella selezione di Final Cut in Venice, il programma industry dedicato al completamento di film provenienti dai paesi africani e da Iraq, Giordania, Libano, Palestina, e Siria, la cui 11° edizione si svolgerà dal 3 al 5 settembre, all’interno di Venice Production Bridge, lo spazio di mercato dell’ 80° Mostra del Cienema di Venezia diretta da Alberto Barbera e organizzata da La Biennale di Venezia.

Si tratta di Happy Holidays di Scandar Copti, regista palestinese il cui precedente film Ajami  è già stato nominato all’Oscar al miglior film internazionale nel 2009. La compagine co-produttiva vede Germania, Francia, Qatar e Italia a fianco della Palestina (il progetto fa anche parte del Focus sulla Germania di VPB di quest’anno).
É la storia di una studentessa costretta a rivelare la sua doppia vita quando resta coinvolta in un piccolo incidente.

Uno dei progetti di fiction è il film in animazione Allah is Not Obliged (Allah n’est pas obligé) di Zaven Najjar (Francia, Lussemburgo, Belgio, Canada, USA, Slovacchia).

Tra i documentari, Zion Music, co-produzione fra Senegal, Costa d’Avorio e Germania, sulla musica Reggae africana, diretto da Rama Tiaw, il cui documentario The Revolution Won’t Be Televised aveva conquistato il premio della critica a Berlinale Forum nel 2016.

Moltissimi i premi in kind o in denaro, che supporteranno la post-produzione dei progetti (vedi tutti i premi qui)

Per il secondo anno consecutivo, Final Cut in Venice conterà sul supporto addizionale del Red Sea International Film Festival.

fonte: @cinemaevideo

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